Venezia fu la prima città italiana a scoprire e bere il caffè
La preziosa e sconosciuta bevanda arrivò a Venezia dal Medio Oriente e da allora nessuno poté più farne a meno
Ci sono varie città famose per il caffè in Italia, ognuna con diversi primati.
Ci sono, per citarne due, Napoli, con il suo caffè sospeso e Trieste, con i suoi nomi così peculiari.
Ma pare che Venezia sia stata la prima città a scoprirlo e la prima nella quale approdò.
Tutta la cucina tradizionale di Venezia infatti, ha subito delle contaminazioni da altri paesi del mondo, soprattutto orientali poiché la Serenissima aveva sviluppato una fitta rete di commerci con questi territori.
La storia del caffè a Venezia
Le prime notizie dell’esistenza del caffè risalgono al XVI secolo, quando in Medio Oriente era bevuto e gustato dalle genti di fede mussulmana.
Arrivato nella penisola italica per vie traverse, era comunque poco utilizzato perché troppo legato alle terre di fede islamica.
Il Papa di quel periodo, Clemente VIII, aveva un amore sconsiderato per il caffè e lo voleva assaporare senza limiti, a discapito della proibizione imposta dalla religione cristiana.
Decise così di battezzare il caffè affinché potesse essere gustato anche dalle papille cristiane, permettendo così una larga diffusione del caffè, comunque già noto nella penisola dello stivale per via di Gianfrancesco Morosini, ambasciatore della Serenissima presso Costantinopoli.
La sua precisa relazione descriveva come i Turchi bevessero un’acqua nera, che era prodotta grazie ad un seme chiamato kahve, e che avesse delle proprietà miracolose, tra cui quello di garantire una lunga veglia.
Questo avvenne nel 1570 ad opera del medico Prospero Alpini.
Egli lo scoprì in Egitto, durante una trasferta diplomatica in cui seguì uno dei suoi pazienti più illustri: il console Giorgio Emo.
Il dottore fu il primo italiano a raffigurare la pianta di caffè su una tavola botanica e a studiarne i benefici.
Alpini studiò i suoi chicchi che, dopo essere stati tostati, regalavano ad una bevanda nera energizzante “di sapore simile alla cicoria”.
A distanza di molti decenni, nel 1683, in Piazza San Marco aprì la prima bottega del caffè e nel 1720, nacque il famoso Caffè storico Florian.
Oggi il “caffè alla veneziana” consiste in un caffè corretto con aggiunta di panna. Una variante davvero ghiotta che può essere preparata durante le festività natalizie o semplicemente in quelle fredde sere di inverno, quando desideriamo una serata rilassante e coccolarci con un peccato di gola.
Il primo caffè al mondo: il Caffè Florian di Venezia
In principio questa bevanda era considerata una sorta di miscuglio medicamentoso e per questo veniva consumato volentieri dalle gente del posto.
I costi, però, erano così proibitivi che solamente le persone abbienti potevano acquistarlo.
Ma qualcosa poi cambiò. Dalle farmacie, dove il prodotto era venduto nel primo periodo, si passò ad altri locali tipici della città lagunare.
Nacquero così le prime “botteghe del caffè”, dove si poteva acquistare il prezioso caffè scuro a prezzi modici.
La cosa si diffuse così velocemente che l’ideatore della prima bottega dovette inventare una specie di volantino per meglio spiegare le grandi proprietà della bevanda, così da battere la concorrenza.
Anche in questo caso fu Venezia la prima città ad introdurre esempi di pubblicità di un prodotto di largo consumo, ed era solamente l’anno 1716.
Il 29 dicembre 1720, Valentino Floriano Francesconi aprì il primo Caffè al mondo, dal nome “Alla Venezia trionfante” che ebbe poca fortuna in realtà, perché nel giro di pochi anni divenne per tutti i cittadini Floriàn, dalla “venetizzazione” del nome del proprietario, il caffè Florian.
Il Floriàn fu un luogo di attrazione anche per importanti personaggi da ogni luogo come Casanova, Goldoni, Foscolo, Byron, Goethe e D’Annunzio.
Nel 1763, a Venezia, la moda dal caffè e della sua vendita si diffuse così largamente che si contavano nella città lagunare ben 218 locali.
La bottega del caffè, poi semplicemente il caffè alla francese, divenne luogo di incontri tra innamorati e corteggiatori.
L’usanza a Venezia, infatti, voleva l’invio ai propri amati di vassoi ricolmi di cioccolata e caffè per dimostrare il proprio interesse e il proprio amore.
Dalla Serenissima poi, il caffè si diffuse in tutto l’occidente diventando il tradizionale caffè che oggi tutti conosciamo.
A cura di Ilenia Pennacchio